Resoconto YGEC 2011

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La ventunesima edizione della European Young Geotechnical Engineers Conference si è svolta a Rotterdam dal 4 al 7 Settembre 2011. Siamo tornati da alcune settimane e vorremmo condividere la nostra esperienza di Delegati dell’Associazione Geotecnica Italiana con gli altri Soci.

La ventunesima edizione della European Young Geotechnical Engineers Conference si è svolta a Rotterdam dal 4 al 7 Settembre 2011. Siamo tornati da alcune settimane e vorremmo condividere la nostra esperienza di Delegati dell’Associazione Geotecnica Italiana con gli altri Soci. Inaspettatamente e con grande piacere, a Marzo abbiamo saputo che quest’anno saremmo stati noi: Diana Salciarini, laureata in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia, dove ha conseguito anche il titolo di Dottore di Ricerca nel 2007, e Gabriele Della Vecchia, laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio nell’Ottobre 2005 presso il Politecnico di Milano, dove ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Strutturale, Sismica e Geotecnica nel 2009. Abbiamo quindi preparato le nostre relazioni con largo anticipo, una sullo sviluppo di un macroelemento ipoplastico basato sulla teoria della ipoplasticità (Diana Salciarini) e l’altro sulla tomografia elettrica a scansione come tecnica per il monitoraggio e l’analisi inversa di processi chemo-idraulici (Gabriele Della Vecchia), che hanno aperto la penultima sessione (Deformation and Soil Properties) della Conferenza.
La Conferenza è stata inaugurata dal discorso del Presidente dell’ISSGME, il Prof. J.L. Briaud, con una relazione di apertura sui terreni non saturi, sottolineando anche in questo ambito l’importanza del ponte esistente tra il mondo accademico e quello professionale nell’ingegneria geotecnica, collegamento che deve essere saldamente sostenuto dalle nuove generazioni di giovani ricercatori, definiti da lui stesso come “energia per la società”.  Le keynote lectures, avente come tema il presente ed il futuro dell’ingegneria geotecnica, sono state tenute dal prof. Ivan Vanicek e dall’ing. Joost Breedeveld,  ingegnere presso la Deltares, istituto olandese di ricerca applicata nell’ambito del sottosuolo, delle acque e delle infrastrutture, che rappresenta un ottimo esempio dei risultati che si possono ottenere dalla sinergia tra mondo accademico e mondo professionale.
Le sessioni che sono seguite sembravano rispondere a questo lancio iniziale, con un’alternanza di contributi dal mondo accademico e da quello professionale. La conferenza, organizzata in 6 diverse sessioni (Underground Construction; Pile Foundation and Ground Improvement; Soil Dynamics; Dams, Erosion and Piping; Deformation and Soil Properties; Geothermics), contava un numero di interventi provenienti dall’università confrontabile con quello degli interventi di relatori appartenenti a società private di ingegneria. Nelle sessioni riguardanti le costruzione in sotterraneo, le fondazioni su palo e le tecnologie di miglioramento dei terreni si sono alternate interventi di relatori provenienti dall’industria e dall’accademia, con un taglio prettamente applicativo. E’ interessante notare come nella sessione “Geothermics”  il contributo è stato essenzialmente di tipo accademico, con relatori provenienti da Germania, Austria e Olanda, evidentemente più propositivi per quanto riguarda questa applicazione innovativa dell’ingegneria geotecnica. I contributi sono stati generalmente di buon livello ed è stata significativa la partecipazione dei delegati alle discussioni successive alle presentazioni. Sia delegati che i membri del comitato scientifico della conferenza hanno sempre mostrato un sincero interesse per le presentazioni e uno spirito critico di alto livello scientifico, sempre volto ad una migliore comprensione delle tematiche trattate. Nell’ultimo giorno della Conferenza si sono concentrate le due visite tecniche: la prima al progetto del tunnel ferroviario a Delft, e la seconda, nel pomeriggio, al cantiere per l’ampliamento del porto di Rotterdam, dove i Delegati hanno avuto la possibilità di entrare nei cantieri e parlare direttamente con gli Ingegneri responsabili delle opere.
Alcune immagini dei vari momenti delle sessioni e delle visite tecniche sono disponibili a questo sito: vimeo.com/29308541.
Lo scambio tra i vari Delegati delle diverse Nazioni, dal nostro punto di vista, è stato eccellente e l’organizzazione impeccabile. Ogni cena, pranzo o trasferimento si è trasformato in un momento di scambio e confronto. Abbiamo avuto l’occasione di conoscere ricercatori di altri Paesi che si occupano dei nostri argomenti, o di incontrare nuovamente ricercatori che conoscevamo già.
Per finire, cornice speciale di questa conferenza è stata Rotterdam, una città che fin da subito ci è sembrata all’avanguardia, ambiziosa e sfrontata con i suoi progetti architettonici sorprendenti, coraggiosa nel proporre le sue idee innovative e allo stesso tempo orgogliosa di non nascondere i progetti passati da cui prendono vita le nuove idee. Siamo stati dunque concordi nel ritenere la città di Rotterdam come un luogo ideale per ospitare l’European Young Geotechnical Engineers Conference, essendo convinti che ambizione, coraggio e ricerca dell’innovazione siano proprio le qualità fondamentali che deve avere un giovane ricercatore.

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