La crescente domanda per un razionale uso della diminuita risorsa idrica e per un’adeguata difesa dalle piene riporta con urgenza anche in Italia, come nel mondo intero, l’attenzione alla costruzione delle dighe, per il completamento dei lavori bruscamente interrotti e per l’idonea manutenzione del patrimonio di opere esistenti, che hanno ormai superato mediamente il mezzo secolo di vita.
La crescente domanda per un razionale uso della diminuita risorsa idrica e per un’adeguata difesa dalle piene riporta con urgenza anche in Italia, come nel mondo intero, l’attenzione alla costruzione delle dighe, per il completamento dei lavori bruscamente interrotti e per l’idonea manutenzione del patrimonio di opere esistenti, che hanno ormai superato mediamente il mezzo secolo di vita.
Nella conferenza, dedicata alla memoria di Arrigo Croce che della materia fu promotore, si sottolinea il primato delle dighe di materiali sciolti, che, grazie ai progressi scientifici e tecnologici compiuti in Italia nelle Costruzioni Geotecniche negli ultimi cinquant’anni, hanno gradualmente sostituito il conglomerato di cemento.
Al confronto delle sorelle di conglomerato, le dighe di materiali sciolti possono realizzarsi nel pieno rispetto dell’ambiente naturale e del paesaggio, che incidono con semplici e morbidi profili architettonici. Con le moderne tecniche per contenere i dissesti di sponda, queste opere si adattano a qualsiasi condizione di imposta; con attenta cura ai contatti, si costruiscono su terreni difficili con i materiali disponibili in sito, anche se poveri; la sicurezza è garantita con strategie speciali, multiple linee di difesa, analisi anticipata di possibili difetti di comportamento; con la oculata applicazione del metodo osservazionale le dighe di materiali sciolti costano meno delle dighe murarie. Nel processo di invecchiamento, che si evolve in modo più favorevole, gli insidiosi fenomeni di erosione interna possono oggi sottoporsi ad attento controllo, ma richiederanno a lungo termine un rinnovato sforzo di ricerca.
Con riferimento all’esperienza di cinquant’anni relativa ad opere nel territorio italiano, l’esposizione è illustrata da esempi di accadimenti e soluzioni in diversi momenti del lungo ciclo vitale intergenerazionale, che ha inizio con le prime indagini e termina con la dismissione. Gli esempi dimostrano il determinante apporto dell’Ingegneria Geotecnica, che, anche dopo il progetto e la costruzione, è chiamata a decifrare il comportamento dell’opera in quasi tutti gli avvenimenti importanti della sua vita.
Le moderne conoscenze consentirebbero la ripresa dell’attività costruttiva, a prezzo di una rivoluzione che dei problemi presupponga una visione rigorosamente unitaria, ma assai più ampia dell’attuale. Questo rivolgimento culturale richiederebbe una profonda revisione delle strategie progettuali, un’illuminata riscrittura del Regolamento Dighe e la conquista del consenso della pubblica opinione con la rimozione di alcuni inconsistenti luoghi comuni, nella piena fiducia nei servizi di stato, che ormai sono in grado di offrire anche nel settore dell’Ingegneria Geotecnica una competente collaborazione durante tutto il ciclo vitale dell’opera.
La crescente domanda per un ra …
AUTORI: Jappelli R. RIG ANNO: 2002 NUMERO: 2 Numero di pagina: 17
Allegato: https://associazionegeotecnica.it/wp-content/uploads/2010/03/RIG_2003_2_017.pdf
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