La conferenza esamina gli sviluppi nell’analisi progettuale delle opere in sotterraneo, a partire dalla costruzione della rete ferroviaria nazionale ed europea sino ai nostri giorni. Allo scopo di delineare le problematiche di interesse, nel modo in cui esse si sono poste con il graduale evolvere della tecnologia e dei metodi costruttivi, si è scelto di richiamare preliminarmente lo scavo dei trafori alpini tra la Francia e l’Italia: il primo “Traforo delle Alpi”, il Traforo Autostradale del Frejus, la Galleria di Base lungo il nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione. Per non limitarsi al solo settore alpino e per sottolineare i progressi tecnologici oggi conseguiti nelle tecniche costruttive delle gallerie, si è anche fatto cenno al collegamento ferroviario appenninico ad alta velocità tra Bologna e Firenze, in fase di costruzione.

Si trattano gli sviluppi che hanno caratterizzato il calcolo delle gallerie e delle cavità sotterranee, a partire dagli iniziali approcci della Meccanica delle rocce, negli anni Sessanta e Settanta, basati principalmente sulle soluzioni analitiche della Teoria dell’elasticità, nonché sui metodi della Fotoelasticità. Particolare attenzione viene dedicata al metodo convergenzaconfinamento, dalla iniziale formulazione al ruolo da questo coperto ai nostri giorni. Si passano infine in rassegna i moderni metodi di analisi di tipo numerico, che consentono di simulare il comportamento dell’ammasso roccioso in cui è ubicata l’opera sotterranea come un continuo/continuo-equivalente o un discontinuo. Si dà soprattutto rilievo al modello di calcolo adottato, nel contesto del cosiddetto progetto geotecnico, secondo un approccio multidisciplinare, che pone al centro la continua verifica delle previsioni derivate dal calcolo con le osservazioni e le misure in corso d’opera.

Si considerano tre opere in sotterraneo di un certo rilievo, tra le tante cui l’autore si è in particolare dedicato negli ultimi dieci anni, in una duplice ottica, progettuale e di ricerca: il deposito sotterraneo per lo stoccaggio di idrocarburi liquidi, a Givat Shemen, Bersheva (Israele); la caverna di Venaus, appartenente all’Impianto Idroelettrico di Pont Ventoux, in Val di Susa, Torino; le gallerie di Frasnadello e Antea, a San Pellegrino Terme, in Val Brembana, Bergamo. In ciascun caso, dopo un attento esame degli aspetti geologici e geotecnici che riguardano l’ammasso roccioso, si descrivono le analisi progettuali svolte, dedicando particolare cura alla individuazione del modello geologico e geotecnico adottato. Infine, ci si sofferma sui più recenti temi di ricerca affrontati, nel contesto del progetto di gallerie in condizioni difficili, tra cui in particolare quelle caratterizzate da un comportamento dell’ammasso roccioso di tipo spingente.

La conferenza termina con alcune considerazioni e raccomandazioni sui possibili ulteriori sviluppi nei metodi di calcolo delle opere in sotterraneo. Si evidenzia come questi ultimi debbano essere incentrati in modo attento e scrupoloso sulla simulazione del comportamento dell’ammasso roccioso, in un’ottica progettuale di tipo interattivo, dove essi costituiscono, insieme alle osservazioni e alle misure in corso d’opera, una delle principali componenti dell’approccio progettuale da adottare.

La conferenza esamina gli svil …

AUTORI: Barla G. RIG ANNO: 2004 NUMERO: 3 Numero di pagina: 11


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