Nell’articolo viene presentata la tecnica di prova al blu di metilene impiegata ai fini della caratterizzazione geotecnica dei materiali. Tale prova, ampiamente utilizzata in altri paesi (e.g. in Francia), ma al momento ancora poco nota in Italia in campo geotecnico, consente di caratterizzare in modo speditivo i geomateriali sulla base di un valore indice che ne definisce in modo semi-quantitativo l’attività, riflettendo la quantità e la tipologia dei minerali argillosi presenti. Dopo alcuni richiami sulle principali caratteristiche dei minerali argillosi, viene descritta la prova evidenziandone il significato fisico-chimico e sottolineando la peculiarità e l’importanza dei risultati che da essa si ottengono attraverso un’analisi critica dei più importanti contributi tratti dalla letteratura scientifica sull’argomento. Vengono inoltre riportati alcuni confronti tra i risultati di prove eseguite con il blu di metilene ed i risultati ottenuti da altre prove di caratterizzazione.
Viene infine descritta una prima promettente applicazione della tecnica in esame alla caratterizzazione dei materiali marnosi presenti nelle sequenze marnoso-arenacee delle Langhe (settore sud-orientale del Piemonte) interessate periodicamente, in seguito ad abbondanti precipitazioni piovose, da importanti fenomeni di instabilità. I risultati ottenuti dalle prove al blu di metilene effettuate sui materiali marnosi delle Langhe sono stati messi in relazione con i risultati ottenuti da altre prove (prove di rigonfiamento e diffrattometrie a raggi X) eseguite sugli stessi materiali ottenendo una buona correlazione tra i dati; la prova si è infine rivelata utile al fine di identificare i livelli di materiale marnoso con maggior presenza di minerali argillosi attivi e quindi con comportamento più spiccatamente rigonfiante, che riveste un ruolo importante nell’innesco dei fenomeni di instabilità in esame.
Nell’articolo vi …
AUTORI: Chiappone A., Scavia C. RIG ANNO: 1998 NUMERO: 4 Numero di pagina: 36
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